Passiamo buona parte della nostra vita a cercare di intrattenere relazioni con tutti.
Lo facciamo fin dalla nascita.
Prima con i genitori, i fratelli e le sorelle.
Poi con gli amici d’infanzia, con i quali iniziamo a giocare e a interagire lontano dagli occhi degli adulti.
Arrivano poi i compagni di scuola e gli insegnanti, e con loro i primi giudizi e le prime etichette che ci vengono appiccicate.
Ecco finalmente il turno delle prime “cotte”.
Dei primi amori, più o meno duraturi, che ci fanno prendere contatto da vicino con delusioni e rifiuti.
E con le tipiche domande esistenziali: ”E se poi non piaccio?” “E se poi mi lascia?”.
Poi i colleghi, le colleghe, i capi ufficio, il datore di lavoro, i superiori e i collaboratori. E le scocciature al lavoro.
Per molti e molte, arrivano mariti, mogli e figli.
E con loro il “carico da 90”: i doveri e le “cose da fare”.
Far funzionare il matrimonio, educare i figli, portarli a scuola, a calcio, a danza, dar da mangiare al cane, al gatto (o al serpente!).
Mi manca qualcuno?
Si…forse…ma…non so…come si chiama?
Ah sì!
Me stesso!
Me stessa!
Perchè ti dimentichi facilmente di te?
Siamo talmente impegnati a far funzionare la relazione con tutti gli altri, che ci dimentichiamo della relazione FONDAMENTALE.
Così impegnati a piacere agli altri, al “Mondo intero”, che ci dimentichiamo di piacere a noi stessi.
Talmente impegnati a non deludere gli altri, che ci dimentichiamo di vivere secondo i nostri desideri, volontà e realizzazioni.
Presi a guardare e a giudicare quello che fanno gli altri, che ci dimentichiamo di fare il massimo per costruire la vita che desideriamo.
Concentrati a vivere secondo regole che altri ci impongono, che ci dimentichiamo di vivere secondo le NOSTRE “regole del gioco“.
Così frustrati ed infelici, che ci dimentichiamo che il POTERE per cambiare le cose e vivere finalmente pienamente realizzati è totalmente nelle nostre mani!